do not fix what is not broken Non aggiustare quello che non è rotto !
L’esperienza mi ha insegnato che non sempre vi è una reale corrispondenza tra la gravità dei segni radiologici di displasia e la gravità dei segni clinici che il cane manifesta.
Ho visto cani displasici (anche D/E ) vincere per più anni gare di lavoro in tutta Europa e cani con lievi segni di displasia presentare zoppie a volte anche importanti!
L’anamnesi, la visita clinica, le radiografie ma soprattutto l’esperienza sono fondamentali per valutare l’opportunità di un intervento terapeutico di tipo chirurgico o conservativo ; quale tipo di intervento e con quale rapporto costo-beneficio in rapporto non solo all’aspetto economico ma soprattutto in funzione della qualità di vita e dell’attitudine del cane, dell’ambiente in cui vive oltre che delle oggettive aspettative del proprietario.
Per ogni età del cane ci possono essere indicazioni terapeutiche diverse.
Non c’è solo la chirurgia (Escissione artroplastica, DPO, TPO, DAR Artroplastica, Tettoplastica acetabolare, Protesi totale…), una mirata terapia medica a volte multimodale, magari un buon percorso di fisioterapia, l’associazione di più approcci al problema si rivelano spesso efficaci per soddisfare in maniera ottimale le esigenze del cane e del suo proprietario. Compito del veterinario è di illustrare pro e contro delle possibili alternative e l’importante è che l’iter terapeutico venga, a ragione, condiviso con il proprietario stesso.